© piero_fittipaldi
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Sono nella sala d’attesa del dentista e, si sa, se c’è un momento noioso all’inverosimile, è proprio l’infinita attesa negli studi medici.
Che fare? Mi guardo intorno per ammazzare il tempo anche se, visto che l'appuntamento risale a mezz'ora fa e il dottore è puntualmente in ritardo, è a lui che vorrei riservare questo trattamento.
La rivista più appetibile posata in bella vista sul tavolino è “punto croce“, con un’allegrissima guida per realizzarsi da soli il proprio centrotavola da vanto della domenica.
Domino a stento l’impulso di tuffarmi in quelle meravigliose pagine e mi volto a destra. Lì, profondato in una poltroncina di cuoio c’è un nano che mi guarda.
Il moccioso mi chiede se voglio giocare, che la mamma è dal dentista. E qui domino un altro impulso, quello di rivelargli che la mamma se ne è appena andata sotto i ferri, e gli faccio a che cosa vuoi giocare, piccolo moccioso pacioccoso smoccioloso? Omettendo una parte della frase – la prima, chiaramente.

Non risponde, mette la mano in tasca e caccia fuori una macchinina colorata.
La riconosco subito, è la 313 di topolino, quella che ho sempre sognato e non ho mai avuto.

Si, gli faccio, giochiamo, io faccio l’automobilista e tu fai il pedone, che non hai nemmeno la patente.
Dopo 5 minuti entra la madre, fa qualche smorfia con la bocca indolenzita dall’anestesia e se lo trascina via sbofonchiando qualcosa.
Anche il piccolo sbiascica, ma questa volta la mammina non dà ascolto.

Ciao piccolo, vai, vai. La tua 313 non so dov’è, si dev’essere persa sotto i divani.
Dai, non ti preoccupare, mamma te ne comprerà un’altra e poi lì sotto è tutto polveroso.

Allora ciao signore.
Ciao, bambino.

Da oggi con la 313 ci gioco io.
Broom, broom.

Da: http://www.autoadventure.it/blog/2009/08/oggi-mi-girano-tutte-e-quattro/